lunedì 14 maggio 2012

L'inutile guerra tra giovani e meno giovani

E' da giorni che ripenso a una frase detta, in un momento di particolare agitazione, da un quasi trentenne: ma perché questi quasi cinquantenni continuano a partecipare ai concorsi? Alla mia osservazione, che cosa avrebbero dovuto fare dopo aver speso una vita a specializzarsi, la risposta è stata lapidaria, avrebbero dovuto pensarci prima! Ovvero lasciar perdere, eclissarsi, cambiare attività, smettere di crederci. Ecco.
E' vero, molti ad un certo punto se ne fanno una ragione e cambiano strada, trovando spesso una collocazione molto più congeniale di quella desiderata. Altri, moltissimi, al contrario continuano a fidarsi di mezze parole e mezze promesse e gli anni passano. Sono questi che non si rendono conto che dietro di loro avanza un'armata di giovani, promettenti, iperspecializzati (?! su questo avrei qualcosa da dire) a cui è stato detto che questo è il loro tempo, senza indugio e senza freno. La crisi ha finito con l'esarcebare le anime e, come sempre succede, invece di aiutarsi a superare questa ondata nera, giovani e meno giovani finiscono per farsi la guerra.