mercoledì 10 marzo 2021

 8 febbraio 2021:

https://youtu.be/PZDtV2wRIbE

 


Parte con un mio saggio il ciclo di presentazioni video di questo bel volume voluto e pubblicato da Villa Vigoni: Stati Uniti d'Europa: auspicio, incubo, utopia? Si parla di Unione Europea in modo critico e costruttivo. La domanda è: a che punto è l'Europa nel suo processo di crescita? Molte risposte sono contenute in questo volume.

 

 

 La Casa Europa e la Germania

Una riflessione sul ruolo tedesco in Europa
alla luce degli ultimi cinque anni di crisi globale

di Beatrice Benocci - Eunomia, dicembre 2020

In occasione dell’avvio del semestre tedesco propongo una prima analisi sull’attuale rapporto tra Germania ed Europa, che parte dalle riflessioni del volume La Germania neces-saria, affronta l’attuale crisi dei grandi partiti tedeschi e si spinge sino ad analizzare la rinnovata collaborazione franco-tedesca, che ha caratterizzato i rapporti europei del 2019. Come osservato da molti, la Germania sta vivendo un periodo segnato da una crisi profonda dei più grandi partiti tedeschi e sperimenta l’avanzata del Partito populista e di estrema destra Alternative fuer Deutschland (AFD); una situazione che nel 2018 appariva foriera di cambiamenti non solo interni ma anche in quella che può essere definita ormai da tempo la politica europea della Germania.  È questo un tema estremamente interessante, poiché la storia della Germania è strettamente legata a quella dell’Europa comunitaria, essa stessa in continua trasformazione, e che a sua volta assume nel tempo e per i tedeschi la funzione di “gabbia” (1949-1965), di “culla” (1966-1990) e di “cornice” (1991-2012). Il presente lavoro, quindi, oltre a ripercorrere, puntualizzandoli, i momenti salienti del rapporto tra Europa comunitaria e Repubblica Federale Tedesca prima e Germania poi, intende essere una prima riflessione sull’attuale rapporto tra Germania e Unione Europea alla luce delle crisi che hanno caratterizzato gli ultimi cinque anni delle relazioni globali: dalla crisi siriana alla pandemia Covid-19. (...)

 vai alla Rivista: http://siba-ese.unisalento.it/index.php/eunomia

 vai all'articolo: http://siba-ese.unisalento.it/index.php/eunomia/article/view/23355

 Lo stato nell'Unione Europea tra Sovranità e Controllo

 di Beatrice Benocci

L’obiettivo della pace è insito nel processo di costruzione europea, sin dalla dichiarazione Schuman (1950); l’obiettivo degli Stati Uniti d’Europa, pur largamente dibattuto e perseguito non era, nell’idea dei padri fondatori, un obiettivo di facile realizzazione, né raggiungibile con modelli tradizionali. Secondo Jean Monnet l’Europa sarebbe stata costruita con una solidarietà di fatto, non con un trattato, né con una costituzione. Sicuramente nel corso di questi settantacinque anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e sessantanove dall’istituzione della sua prima comunità – la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), l’Europa comunitaria ha conseguito l’obiettivo della pace, rappresenta una comunità di 500 milioni di cittadini, su un territorio di quattro milioni di chilometri quadrati, è il più grande mercato al mondo (20% del Pil globale), nel quale circolano liberamente merci e persone, e possiede la seconda moneta più utilizzata. È, inoltre, la principale potenza commerciale e il primo donatore di aiuti umanitari e per lo sviluppo. Mai come in questo momento gli europei ritengono che uno dei successi conseguiti dall’Unione Europea (UE), oltre al libero mercato e alla pace, sia stata l’istituzione della cittadinanza europea, lasciando trasparire un senso di appartenenza crescente alla Comunità. Recentemente, però, l’Unione ha deciso di non procedere a ulteriori allargamenti. Come ben delineato nel “Libro Bianco sul futuro dell’Europa”, essa si trova a dover affrontare, ormai da almeno un decennio, sfide globali inedite e sfide interne altrettanto importanti che richiedono decisioni riguardanti il benessere e la sicurezza dei cittadini. Il presente lavoro vuole essere un ragionamento sui traguardi ad oggi ottenuti dalla UE a fronte del difficile equilibrio che essa è stata costretta a mantenere tra controllo e sovranità, in assenza di uno Stato europeo. Una sorta di prima – e non esaustiva – analisi swot2 che ci conforti e ci aiuti, a parere di chi scrive, nel sostenere in futuro il progetto comunitario, baluardo contro crisi e conflitti di natura interna ed esterna alla Comunità Europea. Nei prossimi paragrafi saranno trattati la forma dello Stato europeo, l’evoluzione dei suoi organi, le competenze della UE, i successi e gli insuccessi. (...)

vai al sito: https://www.villavigoni.eu/publication/vereinigte-staaten-von-europa-wunschbild-alptraum-oder-utopie/?lang=de

Germania,
le potenze geoeconomiche
e le relazioni commerciali globali

di Beatrice Benocci, Rivista Marittima, dicembre 2020

 All’inizio degli anni Novanta il politologo e saggista Edward Luttwak, nel suo volume The Endangered
American Dream, annunciava l’inizio di una nuova era, l’era geoeconomica, in cui gli Stati, liberi dalla minaccia armata, avrebbero potuto perseguire i loro interessi economici. Le minacce militari e le alleanze erano diventate, secondo Luttwak, meno importanti man mano che il commercio internazionale diventava più pacifico, e questo in conseguenza — possiamo affermare oggi — di una costante liberalizzazione degli scambi commerciali e di una omogeneizzazione dei sistemi di produzione e distribuzione. Allo stesso tempo, però, l’autore metteva in guardia dall’eventualità che proprio il timore di controversie economiche avrebbe potuto creare nuove condizioni di conflitto in futuro. L’esistenza di una minaccia esterna, che per Luttwack sarebbe stata economica o, più precisamente, geoeconomica, avrebbe potuto compattare nuovamente i popoli e gli Stati (2).