martedì 5 luglio 2016

Brevi annotazioni estive


La direzione del PD e noi italiani\1

Cinque ore di direzione del PD e la noia sale. Non e' la prima volta. La narrazione di Renzi e' pressoche' finita. E l'"esci dal talent" di Cuperlo e' una ventata di aria fresca. Ed e' tutto dire. Cosa manca, cosa stanca? Manca l'Italia. Nei discorsi di ieri c'erano l'Europa, il mondo con il terrorismo internazionale, il sistema economico e il partito, i Dem (come si scrive minuscolo, maiuscolo?). Non c'era ancora una volta l'Italia con la sua cronaca giornaliera: corruzione, femminicidio, disservizi, disoccupazione. Quando il premier afferma che non si deve guardare solo al negativo ha ragione, che occorre promuovere cio' che di buono c'e' e cio' che funziona, non si puo' che essere d'accordo. Ma, se la cronaca ci restituisce un paese sempre piu' violento, inospitale, insicuro, con sempre meno prospettive economiche, allora ci si aspetta che una direzione del PD e, soprattutto il governo, inizi a ragionare sul paese seriamente. Ci si aspetta un programma di medio lungo periodo per affermare a livello europeo e internazionale un'Italia sicura, a vocazione culturale e turistica, possibile luogo di investimenti esteri.
Ci si aspetta che il cuore del dibattito interno di un partito, del partito di governo, sia il futuro del paese, che il primo pensiero del premier sia quello di parlare agli italiani, ci si aspetta che il premier faccia il premier e non il ministro degli esteri.
Ci si aspetta serieta'. Essere seri vuol dire non dire che l'Isis si combatte con la cultura quando noi italiani viviamo chiaramente in un sub-cultura senza appello.