domenica 10 giugno 2012

I leggendari poteri forti

Posto l'editoriale di De Bortoli (www.corriere.it), chiaro e condivisibile dalla prima all'ultima parola.

Classe dirigente e futuro del paese
I leggendari poteri forti
Non vi sono vere élite o egemonie di qualità, ma solo una congerie disordinata e caotica di ingessature corporative

La settimana più difficile del governo si chiude con la scelta, coraggiosa, dei nuovi vertici Rai. Ora speriamo che un analogo colpo d'acceleratore sia impresso alle misure, assai tormentate, del pacchetto sviluppo. Monti fa bene ad andare avanti senza guardare in faccia nessuno e a cogliere le critiche (anche di questo giornale) con spirito costruttivo. La parte responsabile del Paese, che crediamo maggioritaria, sa che non vi sono alternative a questo governo, al di fuori del caos greco. Elezioni anticipate sarebbero semplicemente una sciagura nazionale e tutti dobbiamo guardare, con ragionevole fiducia, all'appuntamento europeo di fine mese. Se l'Europa si sveglierà dal proprio torpore autodistruttivo, salvando l'euro e se stessa, dovrà ringraziare anche il nostro premier.

venerdì 8 giugno 2012

Tienanmen, 23 anni dopo

 wikipedia.org
(foto Jeff Widener, Associated Press).
La notizia diffusa da Amnesty International della morte di uno dei leader di Piazza Tienanmen ci riporta immediatamente l'idea di una Cina repressiva e autoritaria. Chi ha vissuto quei giorni, i giorni della protesta, non può dimenticare le immagini di carri armati che si muovevano verso i manifestanti, verso gli studenti. 
Indimenticabile rimane il coraggio di quello studente cinese che da solo e disarmato si pose di fronte ai carri armati che avanzavano.
Il mio ricordo è, ancora, vivido. Stavo preparando l'esame di storia contemporanea, pochi giorni dopo l'avrei discusso proprio partendo dalla protesta di Piazza Tienanmen.
Spesso nel nostro quotidiano, fatto di beni prodotti in Cina (sovente non conformi alle normative e disposizioni europee) e debiti nazionali comprati dai cinesi dimentichiamo che la Cina non è un paese democratico. La Cina contemporanea rimane un paese autoritario, dove la repressione e la pena di morte ancora prevalgono.

giovedì 7 giugno 2012

RISORGIMENTO ARABO


Risorgimento arabo
di Beatrice Benocci - Tratto da Focus Primavera araba, UNISA
Dopo un lungo silenzio torno al focus. Il silenzio è dovuto alle tante questioni europee e nazionali che finiscono per interrompere il flusso di notizie e pensieri inerenti la Primavera araba.
La prima riflessione è, quindi, generale. Alla fine del 2010, quando irruppero i primi moti, le prime contestazioni, ci fu chi parlò di un risorgimento nordafricano e arabo; ci si attendeva un processo rapido e risoluto. Ma chiaramente come abbiamo potuto vedere nel corso di questi lunghi mesi il processo appare lungo, a volte lento (del resto anche il nostro Risorgimento non ha avuto tempi brevi). Ciò ha fatto dire a molti osservatori che nulla sarebbe cambiato. In realtà ciò che prevale in questa ampia regione (e ricordo le parole di Oliver Roy: “la rottura con il mondo arabo degli ultimi 60 anni è definitiva”) è la risoluta determinazione di questi popoli, o di una parte di essi, a proseguire lungo la strada del difficile cambiamento in senso democratico; ovvero non si torna indietro e nulla sarà come prima. 

venerdì 1 giugno 2012

2 giugno

http://www.eilmensile.it/2012/05/29/annullata-la-parata-del-2-giugno/

Questa è la lettera di risposta che Lelio Basso scrisse all’allora ministro della Difesa Arnaldo Forlani che decise di sospendere la parata militare del 2 giugno 1976 dopo il terremoto che sconvolse il Friuli.

Sono personalmente grato al ministro Forlani per avere deciso la sospensione della parata militare del 2 giugno, e naturalmente mi auguro che la sospensione diventi una soppressione. Non avevo mai capito, infatti, perché si dovesse celebrare la festa nazionale del 2 giugno con una parata militare. Che lo si facesse per la festa nazionale del 4 novembre aveva ancora un senso: il 4 novembre era la data di una battaglia che aveva chiuso vittoriosamente la prima guerra mondiale. Ma il 2 giugno fu una vittoria politica, la vittoria della coscienza civile e democratica del popolo sulle forze monarchiche e sui loro alleati: il clericalismo, il fascismo, la classe privilegiata. Perché avrebbe dovuto il popolo riconoscersi in quella sfilata di uomini armati e di mezzi militari che non avevano nulla di popolare e costituivano anzi un corpo separato, in netta contrapposizione con lo spirito della democrazia?