giovedì 27 agosto 2015

In viaggio col ventaglio
Brevi annotazioni estive: riflessioni amare

La perdita di una persona cara, qualunque sia il grado di parentela o non lo sia, è per lo più devastante. Un fermo immagine nello scorrere delle nostre esistenze. 

Una frattura temporale: un tempo senza tempo. Una quiete momentanea, pronta ad accogliere i ricordi, i momenti di vita condivisa da preservare nel corso dei giorni e degli anni a venire. Ma, e un ma c'è, oggi tutto è veloce, frettoloso. Dalla perdita alla tumulazione è una corsa senza freni. E' un gridare: dimentichiamo, affrettiamo, superiamo. Persino la funzione religiosa, inserita in uno spazio neutro, tra una messa e l'altra, ha lo stesso sapore amaro della corsa: niente musica, niente ricordi dei congiunti o degli amici, solo un parlare, spesso a caso, dell'officiante. Un mormorio di sottofondo che non raggiunge coloro che vorrebbero ancora respirare la vita e l'essenza di colui che non è più. Quindi in questi tempi di vita social, di delete e reset immaginari, ringrazio mio cugino che, contro i trend attuali, ha dato a noi tutti il tempo di ricordare, assaporare il tempo passato, incasellare ricordi, provare a non dimenticare.