giovedì 7 marzo 2013

Riapriamo le Case del Popolo!

E' stato, penso per molti, sconcertante sentire Bersani affermare nel suo discorso post spoglio elettorale, che il PD non aveva capito sino in fondo il disagio, la sofferenza e la povertà degli italiani. E allora riapriamo le case del popolo! Un invito il mio che nasce anche dall'affermazione, sempre post risultati elettorali, del mio amico Fabio, che scrive sulla sua pagina fb, "siamo diventati un partito di pensionati e funzionari pubblici". Che cosa erano le Case del popolo? Erano quei luoghi dove si discuteva di politica, e non solo. Ho ricordi indelebili di mio padre che andava alla Casa del popolo, non solo a sentire "che cosa si diceva al partito", ma anche per chiedere consiglio: alla Casa del popolo si andava a fare ginnastica, si passava la prima visita dall'ortopedico; le donne discutevano delle cose da donne (ne ha parlato tante volte Franca Rame). Era, quindi, un luogo di dibattito e di aiuto. Il popolo della sinistra ha perso molto in questi decenni: ha perso Berlinguer, una comprensione del proletariato (chi sono i proletari oggi?), il senso del confronto, l'incontro con la gente, una visione del futuro e le Case del popolo. Bersani è figlio di una sinistra ricca, di apparati privilegiati, lontanissima dal popolo, che manda i propri figli a studiare all'estero, che si rivolge ai bocconiani per parlare di lavoro e welfare, che non si confronta (è sotto gli occhi di tutti ciò che sta avvenendo) con i cittadini e non incontra. Capisco bene tutti coloro che fanno parte dello zoccolo duro, che attendono da tanto tempo, troppo tempo, che la sinistra salga al governo; tutti quelli che in questi anni hanno continuato a votare il PCI, poi DS, ora PD, anche quando non ne condividevano le scelte e sapevano in cuor loro che non si sarebbe andati lontano. E allora riapriamole le vecchie e anacronistiche Case del popolo, forse sarà più semplice ai dirigenti del PD comprendere in quale stato versa il paese.