venerdì 22 marzo 2013

Bersani e la barca che affonda

Bersani e la barca che affonda

Dal voto a oggi abbiamo sentito e visto molto, soprattutto abbiamo osservato come le forze politiche non abbiano ancora una volta compreso ciò che sta avvenendo nel paese, compresi i rappresentanti del movimento cinque stelle. Nell'attendere le decisioni del Capo dello Stato è opportuno però sottolineare un elemento preciso, da molti osservatori e giornalisti evidenziato: in un altro paese avremmo avuto un governo di grande coalizione, di larghe intese. In Italia, a meno di bruschi risvegli di queste ore, ciò non è e non sarà possibile, soprattutto per il fermo rifiuto del PD di trovare accordi con il PDL. Dietro questa posizione vi è la paura di perdere ancora voti, vi è anche un'idea di "correttezza e moralità" da tenere in alto come un trofeo e sbandierare contro Berlusconi, vi è il tentativo di ribadire che la sinistra è altra cosa dalla destra – chiaramente ben altro dalla destra di Berlusconi. E in questo portare in alto un trofeo che i cittadini, come è emerso dal voto e dai sondaggi di queste settimane, non riconoscono al PD si agita e si muove l'azione di Bersani. Ma nonostante ciò, il PD è egualmente responsabile dello stato in cui versa il paese, è responsabile per omissione, per incapacità di ascolto, per una certa supponenza della sua classe dirigente. Quindi il PD oggi dovrebbe assumersi la responsabilità di un governo di grande coalizione con il PDL e accettare l'eventuale sconfitta alle future elezioni politiche. Dovrebbe accettare di far parte di un governo chiamato a realizzare pochi punti, ma tutti fondamentali a partire dalla riforma della legge elettorale.