mercoledì 10 marzo 2021

Germania,
le potenze geoeconomiche
e le relazioni commerciali globali

di Beatrice Benocci, Rivista Marittima, dicembre 2020

 All’inizio degli anni Novanta il politologo e saggista Edward Luttwak, nel suo volume The Endangered
American Dream, annunciava l’inizio di una nuova era, l’era geoeconomica, in cui gli Stati, liberi dalla minaccia armata, avrebbero potuto perseguire i loro interessi economici. Le minacce militari e le alleanze erano diventate, secondo Luttwak, meno importanti man mano che il commercio internazionale diventava più pacifico, e questo in conseguenza — possiamo affermare oggi — di una costante liberalizzazione degli scambi commerciali e di una omogeneizzazione dei sistemi di produzione e distribuzione. Allo stesso tempo, però, l’autore metteva in guardia dall’eventualità che proprio il timore di controversie economiche avrebbe potuto creare nuove condizioni di conflitto in futuro. L’esistenza di una minaccia esterna, che per Luttwack sarebbe stata economica o, più precisamente, geoeconomica, avrebbe potuto compattare nuovamente i popoli e gli Stati (2).

Una definizione di geoeconomia è stata data da Pascal Lorot nel 2000. La geoeconomia, asserisce l’autore, l’analisi delle strategie di ordine economico, in particolare commerciale, decise dagli Stati nel quadrodi politiche che mirano: a proteggere la loro economia nazionale o alcuni ambiti ben identificati di questa; ad acquisire il controllo di tecnologie chiave e/o a conquistare alcuni settori del mercato mondiale, relativi alla produzione o la distribuzione di un prodotto o di una gamma di prodotti sensibili, il cui possesso o il cui controllo conferisce al suo detentore, sia esso Stato o impresa nazionale, un elemento di potenza e d’irradiazione internazionale e contribuisce al rafforzamento economico e sociale (3). Secondo Lorot, la geoeconomia si interroga sul rapporto tra potere e spazio. Lo spazio in questione è uno spazio virtuale o fluidificato, nel senso che i suoi limiti si muovono costantemente; si tratta quindi di un’area libera da confini territoriali e da caratteristiche fisiche della geopolitica. All’interno di questo sistema geoeconomico si può muovere anche lo Stato, che una volta riuniti gli strumenti a sua disposizione, può agire a servizio della soddisfazione di tutti o di una parte degli obiettivi che si prefigge. Le strategie geoeconomiche sono spesso il risultato di Stati sviluppati ma, sottolinea Lorot, esse possono, se del caso, essere avviate da paesi industrializzati che non sono membri del club occidentale in senso classico. Nello spazio geoeconomico lo stato acquisisce nuove funzioni e missioni, volte a evitare perdite di sovranità a causa della globalizzazione e dell’intreccio politico-economico. A distanza di ventisette anni dalla sua prima formulazione, il concetto di geoeconomia ha assunto oggi, insieme a quello di geopolitica, tornato recentemente in uso (4), una grande rilevanza nel panorama delle relazioni internazionali. Qui di seguito si tratterà, seppur brevemente, dapprima l’evoluzione delle relazioni commerciali globali e poi l’emergere e consolidarsi delle potenze geoeconomiche, con una particolare attenzione al ruolo svolto dalla Germania. (...)

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