giovedì 9 febbraio 2012

Sarebbe opportuno tirare una linea (sulle distorsioni del mondo del lavoro in Italia)

Questo post è una riflessione ad alta voce, dettata dalle ultime polemiche e controversie nate in questi giorni sul tema del lavoro, del posto fisso e delle raccomandazioni. I colleghi giornalisti fanno il loro mestiere ... ma io mi chiedo se è necessario indugiare. E mi spiego: chi come me viene dal proletariato, dalle cosiddette "scuole basse" (ogni volta che lo sento dire, sorrido) sa, perché lo ha sperimentato più volte, che ogni scalino è faticoso, che in ogni passaggio non sempre il merito è sufficiente, sa (ormai a questa età ne è più che consapevole) che potrà raggiungere l'obiettivo che si è prefisso o uno similare, o uno anche non previsto ma ugualmente rasserenante. 
Spesso il merito non è sufficiente, perché viene richiesto altro: non solo conoscenze, ma anche un certo savoir faire, una certa ironia o leggerezza ...  beh è noto che chi viene da ceti non abbienti ha ben poca dimestichezza con l'ironia (che ringraziando il cielo i più fortunati acquisiscono con l'età) o la leggerezza; semmai chi viene, ma diciamolo, dal basso, ha spesso (... non sempre) buon senso e determinazione. Tutto ciò per dire che, se da un lato, chi ha goduto in modo inappropriato di benefici dovrebbe almeno restituire qualcosa a questo paese, dall'altro, a che pro continuare a guardare al passato? Per cercare chi e in che modo ha ottenuto quel posto da dirigente, professore, etc. etc.? Il sistema Italia di due, cinque, dieci, venti o trenta anni fa era questo: un piccolo segmento di possibilità ai più, un'enorme spazio ai meno. Se proseguissimo lungo la strada della denigrazione di chi ricopre ruoli senza merito finiremmo con il perdere solo tempo; del resto tutti coloro che sono andati già in pensione (e non sono pochi) e che hanno goduto di queste facilities non possono restituire al paese nulla (a meno di non togliere loro la pensione ... e in che modo??). E ancora, chi oggi ricopre ruoli di governo e di responsabilità senza capacità come può essere allontanato? Il nostro obiettivo non può essere che quello di creare i presupposti per il futuro di chi ci segue, un futuro che è già oggi, per cui siamo già in ritardo. Abbiamo un sistema amministrativo locale, regionale e nazionale allo sfascio: e qui il problema più grosso è rappresentato da una classe di funzionari non aggiornata (non conosce le linque straniere, non ha dimistichezza con il mondo digitale ... persino la pec è un problema) ma che dovrà aspettare i 67 anni per andare in pensione; un sistema burocratico bizantino che stenta a modernizzarsi, a semplificarsi, lasciando ancora oggi troppo spazio a piccoli e non piccoli centri di potere. Abbiamo un sistema universitario terribile: poco competitivo con un'offerta formativa spesso non allettante, in gran parte in deficit finanziario. Abbiamo un settore turistico ed ecoturistico poco sfruttato (nel senso dello sviluppo sostenibile). Abbiamo un settore energetico che potrebbe dare di più (le energie rinnovabili), ma castrato da considerazioni di vecchio stampo (il classico torniamo al nucleare). Potrei andare avanti molto, ma credo che si possa chiudere con la scuola. Da genitori sappiamo che la scuola, con buona pace degli insegnanti bravi e preparati, è un vero disastro: i genitori sono fornitori di materiale di cancelleria, carta igienica, sapone etc; sono tutor nelle ore pomeridiane perché il nuovo sistema scolastico non prevede che il docente possa fermare il programma se alcuni alunni sono indietro; sono sostituti preziosi in occasione delle riunioni sindacali o nelle emergenze vissute dalle scuola (mancanza d'acqua, di riscaldamento etc.). Ecco la scuola ben rappresenta il nostro paese: tutto o quasi è sulle spalle delle famiglie.
Però, nonostante tutto, pur consapevoli di non aver generato questo sistema degenerato, sarebbe opportuno tirare una linea e, lavorando tutti insieme, testimoniando e supportando questo nuovo corso, denunciando oggi e non domani le storture nel momento stesso in cui esse si verificano, appellandoci ogni giorno al merito, fare in modo che cresca un nuovo sistema Italia, in grado di dare a noi e a chi viene dopo di noi la voglia di continuare a vivere in questo paese.