giovedì 23 giugno 2016

 http://www.bbc.com/news/uk-politics-eu-referendum-36602702
BREXIT: l'attesa! 

Sono per nascita cittadina inglese. E lo sono anche per scelta, infatti condivido molto del sistema di "accesso" tipico del Regno Unito (ahimè completamente sconosciuto in Italia). In realtà, sono profondamente europeista. E quindi oggi sono "in pena". Vorrei che Cameron non avesse mai promesso il referendum agli inglesi, che non avesse riaperto una porta estremamente "critica".


Del resto, la storia di questo paese ci dice che la partecipazione britannica al progetto europeo non è mai stata pienamente condivisa. Il suo ingresso in UE fu conseguenza, prima della crisi economica degli anni Sessanta e poi della ferma decisione dell'allora premier Harold Wilson. Quest'ultimo pensava, infatti, che l'Europa rappresentasse una grande opportunità per gli inglesi in un periodo storico in cui il Regno Unito aveva visto fortemente ridimensionato il suo ruolo internazionale. E' opportuno ricordare però che a quel tempo, a fronte di un tiepido orientamento inglese verso l'adesione alla UE, alcuni paesi europei tra cui l'Italia speravano in un veloce ingresso della Gran Bretagna, al fine di controbilanciare il potere che avevano assunto in quegli anni la Francia e la Germania. Alla fine l'ingresso inglese non fu né semplice, né veloce.
Nel corso del tempo Londra ha sempre cercato di mantenere vivo un preciso "distinguo": da una parte l'Europa comunitaria continentale, dall'altra l'Europa britannica. Gli inglesi non hanno aderito alla moneta unica, non hanno condiviso totalmente l'Europa sociale. Londra è rimasta fondamentalmente britannica. Certo la Gran Bretagna ha goduto dei vantaggi economici che derivavano dal far parte della UE (un esempio tra tutti ne è l'annuncio di stamane che la serie Trono di spade non godrà più dei finanziamenti europei in caso di vittoria del Leave), ma sembra non aver sviluppato pienamente quel senso di appartenenza, di cittadinanza europea che invece caratterizza il comune sentire di altri cittadini europei.
Ora, nonostante la storia e tutti i distinguo inglesi, spero ancora che gli inglesi scelgano "remain", da un lato per scongiurare una deriva negativa del progetto comunitario, dall'altro perché il classico atteggiamento "british", lo sguardo inglese sul mondo, non può che far bene a questa Europa, troppo spesso litigiosa e così continentale.
E non è per me consolatorio pensare che una volta uscita dalla UE, Londra renderebbe più semplice il rinnovo del passaporto a noi cittadini britannici sparsi per l'Europa.