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sabato 22 febbraio 2014

Da IConfronti: http://www.iconfronti.it/renzi-dalla-brace-alla-padella/ 

Renzi, dalla brace alla padella

di Beatrice Benocci
Matteo-Renzi1
Ci siamo, Renzi è al governo, forse. Nessuno, sia esso renziano o meno, avrebbe voluto questo. Il desiderio era quello di andare a elezioni, vincerle e poi vedere Renzi alla guida del nuovo governo. Ma qualcosa è andato storto. La sensazione è quella di essere stati presi in giro, ma non da Renzi, da chi ha tirato la corda e alla fine ha fatto capire che la legge elettorale – che stiamo tutti aspettando – non sarebbe arrivata. Solito calcolo politico del tira e molla. 

mercoledì 4 settembre 2013

Bersani

Bersani dovrebbe darci un libretto di istruzioni, così riusciremmo a capire cosa dice e perché lo dice.

venerdì 22 marzo 2013

Bersani e la barca che affonda

Bersani e la barca che affonda

Dal voto a oggi abbiamo sentito e visto molto, soprattutto abbiamo osservato come le forze politiche non abbiano ancora una volta compreso ciò che sta avvenendo nel paese, compresi i rappresentanti del movimento cinque stelle. Nell'attendere le decisioni del Capo dello Stato è opportuno però sottolineare un elemento preciso, da molti osservatori e giornalisti evidenziato: in un altro paese avremmo avuto un governo di grande coalizione, di larghe intese. In Italia, a meno di bruschi risvegli di queste ore, ciò non è e non sarà possibile, soprattutto per il fermo rifiuto del PD di trovare accordi con il PDL. Dietro questa posizione vi è la paura di perdere ancora voti, vi è anche un'idea di "correttezza e moralità" da tenere in alto come un trofeo e sbandierare contro Berlusconi, vi è il tentativo di ribadire che la sinistra è altra cosa dalla destra – chiaramente ben altro dalla destra di Berlusconi. E in questo portare in alto un trofeo che i cittadini, come è emerso dal voto e dai sondaggi di queste settimane, non riconoscono al PD si agita e si muove l'azione di Bersani. Ma nonostante ciò, il PD è egualmente responsabile dello stato in cui versa il paese, è responsabile per omissione, per incapacità di ascolto, per una certa supponenza della sua classe dirigente. Quindi il PD oggi dovrebbe assumersi la responsabilità di un governo di grande coalizione con il PDL e accettare l'eventuale sconfitta alle future elezioni politiche. Dovrebbe accettare di far parte di un governo chiamato a realizzare pochi punti, ma tutti fondamentali a partire dalla riforma della legge elettorale.

giovedì 7 marzo 2013

Riapriamo le Case del Popolo!

E' stato, penso per molti, sconcertante sentire Bersani affermare nel suo discorso post spoglio elettorale, che il PD non aveva capito sino in fondo il disagio, la sofferenza e la povertà degli italiani. E allora riapriamo le case del popolo! Un invito il mio che nasce anche dall'affermazione, sempre post risultati elettorali, del mio amico Fabio, che scrive sulla sua pagina fb, "siamo diventati un partito di pensionati e funzionari pubblici". Che cosa erano le Case del popolo? Erano quei luoghi dove si discuteva di politica, e non solo. Ho ricordi indelebili di mio padre che andava alla Casa del popolo, non solo a sentire "che cosa si diceva al partito", ma anche per chiedere consiglio: alla Casa del popolo si andava a fare ginnastica, si passava la prima visita dall'ortopedico; le donne discutevano delle cose da donne (ne ha parlato tante volte Franca Rame). Era, quindi, un luogo di dibattito e di aiuto. Il popolo della sinistra ha perso molto in questi decenni: ha perso Berlinguer, una comprensione del proletariato (chi sono i proletari oggi?), il senso del confronto, l'incontro con la gente, una visione del futuro e le Case del popolo. Bersani è figlio di una sinistra ricca, di apparati privilegiati, lontanissima dal popolo, che manda i propri figli a studiare all'estero, che si rivolge ai bocconiani per parlare di lavoro e welfare, che non si confronta (è sotto gli occhi di tutti ciò che sta avvenendo) con i cittadini e non incontra. Capisco bene tutti coloro che fanno parte dello zoccolo duro, che attendono da tanto tempo, troppo tempo, che la sinistra salga al governo; tutti quelli che in questi anni hanno continuato a votare il PCI, poi DS, ora PD, anche quando non ne condividevano le scelte e sapevano in cuor loro che non si sarebbe andati lontano. E allora riapriamole le vecchie e anacronistiche Case del popolo, forse sarà più semplice ai dirigenti del PD comprendere in quale stato versa il paese.

domenica 16 dicembre 2012

Privati di un sogno

Privati di un sogno

La vittoria di Bersani alle Primarie ha privato molti di noi di un sogno. Che poi non era un sogno, era la speranza di poter iniziare a vivere in un paese normale, senza compromessini dell'ultima ora, senza Berlusconi e il suo circo, senza l'establishment piddiessino, senza tutto quello che ci rendeva poco cittadini, molto sudditi, molto amari e lontani dalla politica. Siamo stati privati della possibilità di dimostrare a noi stessi di essere un popolo finalmente maturo, in grado di guardare avanti, anche nella decadenza di questi tempi; soprattutto di essere un popolo impegnato nella costruzione di un futuro possibile. Qual'è il futuro che avremmo voluto? Ognuno di noi, forse, aveva un'idea diversa, ma tutti eravamo d'accordo che sarebbe stato un futuro fatto di regole condivise, di priorità vere come la famiglia e il lavoro, come la scuola e la ricerca, l'Università, la piccola e media impresa, l'ambiente e il turismo, l'ecosviluppo. Un'Italia dove sarebbe stato possibile avere figli, tanti, e lavoro, eguali diritti per tutti e vera accoglienza, energie rinnovabili e produttività ... .
Il sogno è finito Bersani e Berlusconi si sono ritrovati (paghi l'uno dell'altro), e subito dopo sono stati defenestrati da qualcuno che guarda avanti, ma non quanto guardavamo noi.

mercoledì 5 dicembre 2012

Il Pd non utilizzi il successo per rafforzare i vecchi apparati

Il Pd non utilizzi il successo per rafforzare i vecchi apparati

da: www.iconfronti.it

di Alfonso Conte
Alcune immagini riguardanti esponenti del Partito Democratico all’indomani del successo di Bersani sembrano rinviare a quella strana sensazione di euforia che prende, nonostante i segni ancora evidenti del disastro, i sopravvissuti ad un cataclisma, ad un naufragio. Scampato il pericolo, resta lo stato di forte eccitazione, sicché capita spesso che la consapevolezza di aver salvato la propria pelle trasformi il panico vissuto qualche ora prima in un’allegria smodata, prevalente finanche sul dolore per i compagni di viaggio scomparsi o per le cose andate distrutte. Renzi torna a fare il sindaco, il Centro-destra appare incapace di uscire dal vicolo cieco in cui si è ficcato, i media riescono a rappresentare il movimento di Grillo come una setta di invasati e il Centro-sinistra raggiunge livelli di consenso mai conosciuti in passato … eppure, di fronte a bottiglie stappate, compiaciuti sorrisi e complici sguardi d’intesa, non sono pochi coloro i quali si chiedono: ma che avranno mai da festeggiare?
In effetti, già un nuovo appuntamento attende gli uomini dell’apparato: la presentazione delle liste dei candidati in vista delle imminenti elezioni politiche. Si tratta di un banco di prova significativo innanzitutto per il segretario del PD e candidato del Centro-sinistra alla Presidenza del Consiglio, costretto a dimostrare da subito di saper operare una sintesi convincente tra coloro i quali hanno contribuito al suo successo alle Primarie, ora in attesa di vedersi assegnare sostanziose ricompense, e quel 40% di elettori del Centro-sinistra, i quali hanno ampiamente manifestato il proprio disappunto verso il partito “vecchio” e potrebbero in gran parte, dopo una contrapposizione logorante soprattutto a livello periferico, decidere di ritirare il sostegno se il partito non dimostrerà di sapersi rinnovare. Inoltre, dopo i costi pagati per colpa dei vari De Gregorio e Scilipoti e con un partito in fermento, le scelte saranno condizionate anche dall’esigenza di mandare in Parlamento persone ligie alle direttive della segreteria centrale; ma, se è evidente che i quadri dell’apparato risultano di gran lunga più affidabili mentre gli esterni meno controllabili, è pur chiaro che tanti elettori del Centro-sinistra troverebbero del tutto inaccettabili candidature indicate in virtù di logiche antiquate (di ex-parlamentari proiettati verso il quinto o il sesto mandato, di dirigenti provinciali da promuovere deputati in virtù di “legittime aspirazioni alla progressione di carriera”, di figli e nipoti cooptati dalla casta, per non dire di pregiudicati e voltagabbana). Ciò sarà ancor più evidente se, come ormai appare molto probabile, la legge elettorale resterà immutata e gli elettori continueranno a non poter esprimere le loro preferenze.
Le Primarie sono ormai concluse, ma l’apparato del PD non può pensare di aver risolto una volta per tutte le questioni all’ordine del giorno grazie al successo conseguito. I risultati hanno ribadito il suo peso, soprattutto al Sud, ma hanno anche svelato la crescita di un voto d’opinione indipendente, liberato da vincoli ideologici ed incline a premiare soggetti diversi in base alle diverse circostanze. Anche per questo, soprattutto al Sud, c’è ancora speranza.

venerdì 23 novembre 2012

Per Matteo Renzi scomoderò anche Kennedy e la sua Nuova Frontiera
Di ritorno dalla Leopolda dove si respirava desiderio di cambiamento e futuro ...

di Beatrice Benocci - pubblicato su IConfronti
www.iconfronti.it 

http://www.iconfronti.it/per-matteo-renzi-scomodero-anche-kennedy-e-la-sua-nuova-frontiera/


Non è ciò che può fare il paese per te, ma ciò che puoi dare tu per questo paese. Questo è il leit-motiv della Leopolda: una chiamata alle armi, un risvegliare le coscienze ad un nuovo impegno civile, ad una nuova stagione politica in cui questa stessa parola torni al suo vero significato, non più vituperata, non più considerata negativa, non più rilegata in buie stanze del potere (a volte molto luminose, molto chiassose e becere).
Questo era sabato la Leopolda, questo è stata l’intera campagna condotta da Matteo Renzi. Non posso non ripensare (ieri ricadeva l’anniversario del suo assassinio) a ciò che disse Kennedy agli americani in occasione del discorso di accettazione della candidatura nel luglio del 1960: Non si tratta di ciò che io intendo offrire al popolo americano, ma di ciò che io intendo chiedergli. Fa ricorso al suo orgoglio e non al suo portafoglio – porta la promessa di più sacrificio al posto di più sicurezza. E dalla sua parte aveva l’età, la forza, soprattutto la consapevolezza di non aver fatto parte di coloro che avevano condotto il mondo nell’abisso della seconda guerra mondiale. Kennedy guardava lontano, ad un futuro possibile, alle nuove tecnologie, alla conquista dello spazio, e per far questo aveva bisogno della pace e del dialogo. Aveva bisogno, soprattutto, di un popolo pronto a rischiare: Sarebbe facile allontanarsi da quella frontiera, guardare alla sicura mediocrità del passato, essere cullati dalle buone intenzioni e dall’alta retorica – e coloro che preferiscono quel corso non dovrebbero sprecare il loro voto per me, indipendentemente dal partito. Ma io credo che i tempi chiedano nuove invenzioni, innovazione, immaginazione, decisione. Io vi sto chiedendo di essere pionieri della Nuova Frontiera.

venerdì 16 novembre 2012

Il gioco delle primarie del PD

Il gioco delle primarie del PD


Fai un passo avanti, fai un passo indietro, fai la giravolta, falla un'altra volta ... e potremmo andare avanti molto. Le primarie, come decise dal PD, sono per i cittadini un percorso a ostacoli che molto si avvicina ai giochi che facevamo da bambini, che in quanto giochi erano divertenti, ma che per un adulto sono una grande perdita di tempo.
Quindi per andare a votare alle primarie bisogna armarsi di tanta pazienza.
Vediamo i passaggi:
a) iscriversi on line per poi comprendere che è alquanto inutile visto che dopo devi comunque recarti presso un comitato!
b) raggiungere il Comitato e sentirsi dire che servono un documento e la tessera elettorale
attenzione!  il cittadino non può andare in un qualsiasi comitato, ma solo in quello del suo seggio elettorale (???)
c) versare due euro e firmare una mozione di sostegno al PD (!!).

Ora, mi domando, perché la tessera elettorale?  E mi rispondo, perché domani il PD o chi per esso, potrà procedere ad un controllo statistico tra coloro che si sono recati con la propria tessera e nel proprio territorio elettorale a votare alle primare e coloro che domani andranno a votare alla elezioni. Ecco.

A causa di tutti questi arzigogolii, che appaiono poco trasparenti e pochissimo democratici, in molti non andranno a votare alle primarie, oppure andranno all'ultimo minuto (memori delle primarie precedenti di per se molto semplici) e si arrabbieranno moltissimo. Occorre ricordarsi costantemente, come un mantra, di avere una grande pazienza in queste primarie e andare a votare.