Da IConfronti: http://www.iconfronti.it/renzi-dalla-brace-alla-padella/
Renzi, dalla brace alla padella
di Beatrice Benocci
Ci
siamo, Renzi è al governo, forse. Nessuno, sia esso renziano o meno,
avrebbe voluto questo. Il desiderio era quello di andare a elezioni,
vincerle e poi vedere Renzi alla guida del nuovo governo. Ma qualcosa è
andato storto. La sensazione è quella di essere stati presi in giro, ma
non da Renzi, da chi ha tirato la corda e alla fine ha fatto capire che
la legge elettorale – che stiamo tutti aspettando – non sarebbe
arrivata. Solito calcolo politico del tira e molla.
Chiaramente parliamo
di Letta e del suo governo. Il timore di Letta era sicuramente quello
di non poter andare avanti una volta approvata la legge elettorale, e
così ecco uscire dal cappello “impegno Italia”, il cui fondamento era
nessun limite temporale all’azione del governo. Ora Renzi si gioca tutto
e con lui tutti noi. E alla fine è opportuno dirsi giochiamocela, anche
perché se ci voltiamo indietro ci viene la nausea e il mal di pancia.
Ma questo senso di “ovosodo”, che non va né giù né su, ci viene anche se
guardiamo alla cronaca di questi giorni, quella provinciale, legata
alla scelta del candidato PD per la Segreteria Regionale. Già la vista
delle liste lasciava perplessi: ancora una volta gli stessi nomi,
qualche inserimento di “giovani” e soprattuto il pollaio alla Bersani
del “io giro la ruota” e del “sotto a chi tocca”. La conclusione è stata
ancora una volta imbarazzante e deludente: l’occupazione della sede PD
da parte di Guglielmo Vaccaro e l’intervento della Procura. E quindi
speriamo che il sacrificio a cui ancora una volta vengono chiamati gli
italiani valga a qualcosa, almeno valga una nuova legge elettorale per
poi andare subito a elezioni. Se, al contrario, questo governo Renzi
dovesse durare allora potremo dire che l’Italia può ripartire dalle
riforme sostanziali. L’auspicio è che il nuovo corso inizi
dall’eliminazione del Senato, delle Province e a mio avviso metta in
discussione seriamente il ruolo delle Regioni, spesso centro di sperpero
di denaro pubblico, clientelismo, poca efficienza, totale incapacità di
programmazione e sviluppo. Non possiamo non citare l’inefficienza del
sistema sanitario campano a causa del quale risulta più conveniente non
richiedere il ticket per esami e prelievi, poiché il costo degli stessi
fatti in privato costa meno. Un’attenta riflessione sull’eliminazione
delle Regioni risulta a mio avviso necessaria, al fine di restituire
allo Stato compentenze fondamentali e lasciare ai Comuni consorziati e
alle cosiddette Città metropolitane materie di loro competenza, con
buona pace dei leghisti.
Postilla: gli studiosi hanno guardato e guardano con grande interesse
al Movimento 5 Stelle, quale esempio di democrazia diretta via web. Ma
come interpretare ciò che è successo in questi giorni in occasione delle
consultazioni tra il premier incaricato e le varie forze politiche,
quando Grillo disattendendo la decisione del popolo del web ha finito
solo per esprimere una sua specifica posizione di non dialogo.
Tralasciando, quindi, quei pochi minuti inascoltabili e privi di senso,
ciò che salta agli occhi è il totale discostamento di Grillo da quanto
deciso dal popolo del Movimento 5 Stelle. In definitiva, si è trattato
di un totale crollo dell’istituto della democrazia diretta. Andando a
leggere i vari commenti degli stessi simpatizzanti del movimento ci si
accorge che a fronte di tanti sodali con Grillo, vi sono coloro che non
si sono riconosciuti nel leader e nel suo comportamento, che si sono
sentiti defraudati e che avrebbero preferito non sciupare un’occasione
di dialogo istituzionale tra il M5S e il premier incaricato.