Privati di un sogno
La vittoria di Bersani
alle Primarie ha privato molti di noi di un sogno. Che poi non era un
sogno, era la speranza di poter iniziare a vivere in un paese
normale, senza compromessini dell'ultima ora, senza Berlusconi e il
suo circo, senza l'establishment piddiessino, senza tutto
quello che ci rendeva poco cittadini, molto sudditi, molto amari e
lontani dalla politica. Siamo stati privati della possibilità di
dimostrare a noi stessi di essere un popolo finalmente maturo, in
grado di guardare avanti, anche nella decadenza di questi tempi;
soprattutto di essere un popolo impegnato nella costruzione di un
futuro possibile. Qual'è il futuro che avremmo voluto? Ognuno di
noi, forse, aveva un'idea diversa, ma tutti eravamo d'accordo che
sarebbe stato un futuro fatto di regole condivise, di priorità vere
come la famiglia e il lavoro, come la scuola e la ricerca,
l'Università, la piccola e media impresa, l'ambiente e il turismo,
l'ecosviluppo. Un'Italia dove sarebbe stato possibile avere figli,
tanti, e lavoro, eguali diritti per tutti e vera accoglienza, energie
rinnovabili e produttività ... .
Il sogno è finito
Bersani e Berlusconi si sono ritrovati (paghi l'uno dell'altro), e
subito dopo sono stati defenestrati da qualcuno che guarda avanti, ma
non quanto guardavamo noi.