E' stato, penso per
molti, sconcertante sentire Bersani affermare nel suo discorso post
spoglio elettorale, che il PD non aveva capito sino in fondo
il disagio, la sofferenza e la povertà degli italiani. E allora
riapriamo le case del popolo! Un invito il mio che nasce anche
dall'affermazione, sempre post risultati elettorali, del mio amico
Fabio, che scrive sulla sua pagina fb, "siamo diventati un
partito di pensionati e funzionari pubblici". Che cosa erano le Case del popolo? Erano quei luoghi dove si discuteva di politica, e
non solo. Ho ricordi indelebili di mio padre che andava alla Casa del
popolo, non solo a sentire "che cosa si diceva al partito",
ma anche per chiedere consiglio: alla Casa del popolo si andava a
fare ginnastica, si passava la prima visita dall'ortopedico; le donne
discutevano delle cose da donne (ne ha parlato tante volte Franca
Rame). Era, quindi, un luogo di dibattito e di aiuto. Il popolo della
sinistra ha perso molto in questi decenni: ha perso Berlinguer, una
comprensione del proletariato (chi sono i proletari oggi?), il senso
del confronto, l'incontro con la gente, una visione del futuro e le
Case del popolo. Bersani è figlio di una sinistra ricca, di apparati
privilegiati, lontanissima dal popolo, che manda i propri figli a
studiare all'estero, che si rivolge ai bocconiani per parlare di
lavoro e welfare, che non si confronta (è sotto gli occhi di tutti
ciò che sta avvenendo) con i cittadini e non incontra. Capisco bene tutti coloro che
fanno parte dello zoccolo duro, che attendono da tanto tempo, troppo
tempo, che la sinistra salga al governo; tutti quelli che in questi
anni hanno continuato a votare il PCI, poi DS, ora PD, anche quando
non ne condividevano le scelte e sapevano in cuor loro che non si
sarebbe andati lontano. E allora riapriamole le vecchie e
anacronistiche Case del popolo, forse sarà più semplice ai
dirigenti del PD comprendere in quale stato versa il paese.