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venerdì 23 novembre 2012

Le famiglie sono straziate

Le famiglie sono straziate
di ritorno dalla Leopolda/2

E' da settimane, direi mesi, che mio marito ed io continuiamo a dirci che le famiglie sono straziate. Lo sono perchè i servizi (lo stato sociale) non c'è, perché la scuola è nello stato in cui è, perché i soldi non ci sono, perché ogni spesa extra è fonte di muta disperazione. Ma queste cose le sappiamo, le apprendiamo dai giornali. Ciò che non sappiamo, ciò che i politici non sanno, né tantomeno lo sanno i sindacalisti, è che nonostante tutto le famiglie cercano di non venir meno alle proprie responsabilità rispetto ai minori: se serve lo sport i figli fanno sport, se serve logopedia i figli fanno logopedia, se servono cure i figli hanno le cure, se servono i libri (alle superiori) si chiede un mini prestito.

mercoledì 10 ottobre 2012

Il tempo corto delle donne

Il tempo corto delle donne

Quasi ogni giorno ci informano che in Italia le donne non percepiscono lo stesso stipendio degli uomini, a parità di ruolo e responsabilità, e non hanno le stesse possibilità di carriera. C'è chi grida allo scandalo e invoca le quote rosa, c'è chi inneggia alla presunta differenza e invita le donne a occuparsi della famiglia. Bene.
L'inizio dell'anno scolastico rappresenta la risposta a ogni domanda. Oggi siamo al 10 di ottobre e la scuola di mio figlio (storica scuola a tempo pieno della città in cui vivo) non ha attivato, né la mensa, né il prescuola. Dato che questo rito iniziatico si ripete ogni anno, se va bene, in un anno riesco a lavorare in modo proficuo e lineare per non più di sei mesi. I conti sono semplici. La scuola inizia a metà settembre e fino alla metà/fine ottobre offre un orario giornaliero di cinque ore, dalle 8,30 alle 13,30. La mamma lavoratrice riesce a raggiungere il posto di lavoro alle 9 per poi lasciarlo intorno alle 13.00. Cosa che spesso porta i capi e i colleghi a dire, ma perché non ti prendi le ferie?

giovedì 9 febbraio 2012

Sarebbe opportuno tirare una linea (sulle distorsioni del mondo del lavoro in Italia)

Questo post è una riflessione ad alta voce, dettata dalle ultime polemiche e controversie nate in questi giorni sul tema del lavoro, del posto fisso e delle raccomandazioni. I colleghi giornalisti fanno il loro mestiere ... ma io mi chiedo se è necessario indugiare. E mi spiego: chi come me viene dal proletariato, dalle cosiddette "scuole basse" (ogni volta che lo sento dire, sorrido) sa, perché lo ha sperimentato più volte, che ogni scalino è faticoso, che in ogni passaggio non sempre il merito è sufficiente, sa (ormai a questa età ne è più che consapevole) che potrà raggiungere l'obiettivo che si è prefisso o uno similare, o uno anche non previsto ma ugualmente rasserenante.