Quasi ogni giorno ci
informano che in Italia le donne non percepiscono lo stesso stipendio
degli uomini, a parità di ruolo e responsabilità, e non hanno le
stesse possibilità di carriera. C'è chi grida allo scandalo e
invoca le quote rosa, c'è chi inneggia alla presunta differenza e
invita le donne a occuparsi della famiglia. Bene.
L'inizio dell'anno
scolastico rappresenta la risposta a ogni domanda. Oggi siamo al 10
di ottobre e la scuola di mio figlio (storica scuola a tempo pieno
della città in cui vivo) non ha attivato, né la mensa, né il
prescuola. Dato che questo rito iniziatico si ripete ogni anno, se va
bene, in un anno riesco a lavorare in modo proficuo e lineare per non
più di sei mesi. I conti sono semplici. La scuola inizia a metà
settembre e fino alla metà/fine ottobre offre un orario giornaliero
di cinque ore, dalle 8,30 alle 13,30. La mamma lavoratrice riesce a
raggiungere il posto di lavoro alle 9 per poi lasciarlo intorno alle
13.00. Cosa che spesso porta i capi e i colleghi a dire, ma perché
non ti prendi le ferie?
Ma, coram populo,
l'Italia è il paese dei nonni, che se di buona volontà e in salute
sopperiscono a tutte le carenze di questo sistema sociale!
E chi i nonni non li ha?
E chi non può permettersi una baby sitter o la ludoteca perché
questo porterebbe via un intero stipendio?
Chiudo con un aneddoto
personale. Il primo anno di scuola dell'infanzia di mio figlio
(attenzione a non chiamarlo asilo ...!) mi ha visto protagonista del
seguente teatrino:
Maestra: Signora dobbiamo
inserire nel modulo dei numeri di telefono utilizzabili in caso di
necessità.
Io: va bene. E scrivo
quello mio e di mio marito.
Maestra: e poi? Un nonno?
Io: no, non c'è.
Maestra: uno zio?
Io: no, non c'è.
Maestra (molto
infastidita): una baby sitter, una colf, signora qualcuno oltre a voi
due?
Io: no, non ci sono.
Siamo solo noi due.
Ecco, uno stato sociale e
moderno dovrebbe contemplare anche (e sono tante) le famiglie
moderne, costituite appunto da genitori e figli, e non fare
affidamento su un concetto di famiglia allargata o benestante cui
delegare le proprie deficienze.
Questo è il tempo corto
delle donne, che per motivi più che evidenti non possono, né
eccellere, né competere con i loro amati compagni e coniugi.
10 ottobre 2012