martedì 18 dicembre 2012
Primavera araba, risorgimento islamico e prove di democrazia
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domenica 16 dicembre 2012
Privati di un sogno
Privati di un sogno
La vittoria di Bersani
alle Primarie ha privato molti di noi di un sogno. Che poi non era un
sogno, era la speranza di poter iniziare a vivere in un paese
normale, senza compromessini dell'ultima ora, senza Berlusconi e il
suo circo, senza l'establishment piddiessino, senza tutto
quello che ci rendeva poco cittadini, molto sudditi, molto amari e
lontani dalla politica. Siamo stati privati della possibilità di
dimostrare a noi stessi di essere un popolo finalmente maturo, in
grado di guardare avanti, anche nella decadenza di questi tempi;
soprattutto di essere un popolo impegnato nella costruzione di un
futuro possibile. Qual'è il futuro che avremmo voluto? Ognuno di
noi, forse, aveva un'idea diversa, ma tutti eravamo d'accordo che
sarebbe stato un futuro fatto di regole condivise, di priorità vere
come la famiglia e il lavoro, come la scuola e la ricerca,
l'Università, la piccola e media impresa, l'ambiente e il turismo,
l'ecosviluppo. Un'Italia dove sarebbe stato possibile avere figli,
tanti, e lavoro, eguali diritti per tutti e vera accoglienza, energie
rinnovabili e produttività ... .
Il sogno è finito
Bersani e Berlusconi si sono ritrovati (paghi l'uno dell'altro), e
subito dopo sono stati defenestrati da qualcuno che guarda avanti, ma
non quanto guardavamo noi.
Doha e il salvataggio del pianeta
Doha e il salvataggio del pianeta
Sono ormai anni che attendiamo con ansia l'avvio di un cammino internazionale per la salvaguardia del pianeta. In particolare si attende un passo in avanti sul Protocollo di Kyoto ormai giunto a conclusione. La conferenza di Doha sui cambiamenti climatici, di fatto poco seguita dalla stampa nazionale e internazionale, non ha prodotto risultati eccezionali, ma non ha lasciato l'amaro in bocca.
Qui di seguito il comunicato stampa finale:
http://www.cop18.qa/news/singlestory.aspx?id=297
Sono ormai anni che attendiamo con ansia l'avvio di un cammino internazionale per la salvaguardia del pianeta. In particolare si attende un passo in avanti sul Protocollo di Kyoto ormai giunto a conclusione. La conferenza di Doha sui cambiamenti climatici, di fatto poco seguita dalla stampa nazionale e internazionale, non ha prodotto risultati eccezionali, ma non ha lasciato l'amaro in bocca.
Qui di seguito il comunicato stampa finale:
http://www.cop18.qa/news/singlestory.aspx?id=297
Internet e le possibili nuove regole
Non lo sapevamo, presi dai continui problemi nostrani, che in questi giorni ha avuto luogo una conferenza internazionale che avrebbe potuto modificare le nostre libertà su Internet e per questo motivo riporto qui di seguito il link all'articolo di Elmar Burchia pubblicato oggi sul Corriere.it.
"La conferenza mondiale su Internet è stata un fiasco: a vincere è stato Internet"
mercoledì 5 dicembre 2012
Il Pd non utilizzi il successo per rafforzare i vecchi apparati
Il Pd non utilizzi il successo per rafforzare i vecchi apparati
da: www.iconfronti.it
di Alfonso Conte
Alcune
immagini riguardanti esponenti del Partito Democratico all’indomani del
successo di Bersani sembrano rinviare a quella strana sensazione di
euforia che prende, nonostante i segni ancora evidenti del disastro, i
sopravvissuti ad un cataclisma, ad un naufragio. Scampato il pericolo,
resta lo stato di forte eccitazione, sicché capita spesso che la
consapevolezza di aver salvato la propria pelle trasformi il panico
vissuto qualche ora prima in un’allegria smodata, prevalente finanche
sul dolore per i compagni di viaggio scomparsi o per le cose andate
distrutte. Renzi torna a fare il sindaco, il Centro-destra appare
incapace di uscire dal vicolo cieco in cui si è ficcato, i media
riescono a rappresentare il movimento di Grillo come una setta di
invasati e il Centro-sinistra raggiunge livelli di consenso mai
conosciuti in passato … eppure, di fronte a bottiglie stappate,
compiaciuti sorrisi e complici sguardi d’intesa, non sono pochi coloro i
quali si chiedono: ma che avranno mai da festeggiare?
In effetti, già un nuovo appuntamento attende gli uomini dell’apparato: la presentazione delle liste dei candidati in vista delle imminenti elezioni politiche. Si tratta di un banco di prova significativo innanzitutto per il segretario del PD e candidato del Centro-sinistra alla Presidenza del Consiglio, costretto a dimostrare da subito di saper operare una sintesi convincente tra coloro i quali hanno contribuito al suo successo alle Primarie, ora in attesa di vedersi assegnare sostanziose ricompense, e quel 40% di elettori del Centro-sinistra, i quali hanno ampiamente manifestato il proprio disappunto verso il partito “vecchio” e potrebbero in gran parte, dopo una contrapposizione logorante soprattutto a livello periferico, decidere di ritirare il sostegno se il partito non dimostrerà di sapersi rinnovare. Inoltre, dopo i costi pagati per colpa dei vari De Gregorio e Scilipoti e con un partito in fermento, le scelte saranno condizionate anche dall’esigenza di mandare in Parlamento persone ligie alle direttive della segreteria centrale; ma, se è evidente che i quadri dell’apparato risultano di gran lunga più affidabili mentre gli esterni meno controllabili, è pur chiaro che tanti elettori del Centro-sinistra troverebbero del tutto inaccettabili candidature indicate in virtù di logiche antiquate (di ex-parlamentari proiettati verso il quinto o il sesto mandato, di dirigenti provinciali da promuovere deputati in virtù di “legittime aspirazioni alla progressione di carriera”, di figli e nipoti cooptati dalla casta, per non dire di pregiudicati e voltagabbana). Ciò sarà ancor più evidente se, come ormai appare molto probabile, la legge elettorale resterà immutata e gli elettori continueranno a non poter esprimere le loro preferenze.
Le Primarie sono ormai concluse, ma l’apparato del PD non può pensare di aver risolto una volta per tutte le questioni all’ordine del giorno grazie al successo conseguito. I risultati hanno ribadito il suo peso, soprattutto al Sud, ma hanno anche svelato la crescita di un voto d’opinione indipendente, liberato da vincoli ideologici ed incline a premiare soggetti diversi in base alle diverse circostanze. Anche per questo, soprattutto al Sud, c’è ancora speranza.
In effetti, già un nuovo appuntamento attende gli uomini dell’apparato: la presentazione delle liste dei candidati in vista delle imminenti elezioni politiche. Si tratta di un banco di prova significativo innanzitutto per il segretario del PD e candidato del Centro-sinistra alla Presidenza del Consiglio, costretto a dimostrare da subito di saper operare una sintesi convincente tra coloro i quali hanno contribuito al suo successo alle Primarie, ora in attesa di vedersi assegnare sostanziose ricompense, e quel 40% di elettori del Centro-sinistra, i quali hanno ampiamente manifestato il proprio disappunto verso il partito “vecchio” e potrebbero in gran parte, dopo una contrapposizione logorante soprattutto a livello periferico, decidere di ritirare il sostegno se il partito non dimostrerà di sapersi rinnovare. Inoltre, dopo i costi pagati per colpa dei vari De Gregorio e Scilipoti e con un partito in fermento, le scelte saranno condizionate anche dall’esigenza di mandare in Parlamento persone ligie alle direttive della segreteria centrale; ma, se è evidente che i quadri dell’apparato risultano di gran lunga più affidabili mentre gli esterni meno controllabili, è pur chiaro che tanti elettori del Centro-sinistra troverebbero del tutto inaccettabili candidature indicate in virtù di logiche antiquate (di ex-parlamentari proiettati verso il quinto o il sesto mandato, di dirigenti provinciali da promuovere deputati in virtù di “legittime aspirazioni alla progressione di carriera”, di figli e nipoti cooptati dalla casta, per non dire di pregiudicati e voltagabbana). Ciò sarà ancor più evidente se, come ormai appare molto probabile, la legge elettorale resterà immutata e gli elettori continueranno a non poter esprimere le loro preferenze.
Le Primarie sono ormai concluse, ma l’apparato del PD non può pensare di aver risolto una volta per tutte le questioni all’ordine del giorno grazie al successo conseguito. I risultati hanno ribadito il suo peso, soprattutto al Sud, ma hanno anche svelato la crescita di un voto d’opinione indipendente, liberato da vincoli ideologici ed incline a premiare soggetti diversi in base alle diverse circostanze. Anche per questo, soprattutto al Sud, c’è ancora speranza.
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lunedì 3 dicembre 2012
Massimo Gramellini – L’ultimo treno
Massimo Gramellini – L’ultimo treno
Per la serie “senza ritegno”
Come Bertoldo che non riusciva mai a trovare l’albero a cui impiccarsi, il
Senato ha rinviato a martedì il voto di fiducia sul decreto che taglia i
costi della politica, a causa di uno sciopero dei treni.
Sono
venuto a capo per consentirvi di smaltire l’incredulità. Martedì cosa
si inventeranno, un’indigestione di cozze collettiva? Oltretutto pare
che la storia dello sciopero sia una scusa raffazzonata lì per lì, pur
di nascondere i dissidi interni ai partiti e giustificare la più
politica di tutte le arti: il rinvio. Ma come fanno a non capire che
qualunque verità risulterebbe meno fastidiosa di quella penosa bugia? Un
Paese dove un operaio scompare in mare durante la bufera cadendo da una
gru su cui non doveva nemmeno stare, e dove una barista pendolare muore
di stanchezza alla fermata della metro dopo essersi alzata per
l’ennesima volta di domenica alle quattro del mattino, ecco, un
Paese così serio e duramente provato pretende di non essere offeso
dagli sfoggi di tracotanza di coloro che dovrebbero fornire il buon
esempio. Questa era davvero l’ultima occasione per un colpo
d’ala. Immaginate il presidente dell’assemblea Schifani che annuncia
alle telecamere: «Abbiamo deciso all’unanimità di restare a Roma nel
weekend per votare una legge tanto attesa dall’opinione pubblica. Il
Senato rimane aperto sabato e domenica. Invito i cittadini ad assistere
dai palchi al nostro lavoro». Non dico che si sarebbero guadagnati la
rielezione, ma uno sconto del venti per cento sulle pernacchie sì. Così
invece niente, neanche la mancia.
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