Questa è la lettera di risposta che Lelio Basso scrisse all’allora ministro della Difesa Arnaldo Forlani che decise di sospendere la parata militare del 2 giugno 1976 dopo il terremoto che sconvolse il Friuli.
Sono personalmente grato al ministro Forlani per avere deciso la
sospensione della parata militare del 2 giugno, e naturalmente mi auguro
che la sospensione diventi una soppressione. Non avevo mai capito,
infatti, perché si dovesse celebrare la festa nazionale del 2 giugno con
una parata militare. Che lo si facesse per la festa nazionale del 4
novembre aveva ancora un senso: il 4 novembre era la data di una
battaglia che aveva chiuso vittoriosamente la prima guerra mondiale. Ma
il 2 giugno fu una vittoria politica, la vittoria della coscienza civile
e democratica del popolo sulle forze monarchiche e sui loro alleati: il
clericalismo, il fascismo, la classe privilegiata. Perché avrebbe
dovuto il popolo riconoscersi in quella sfilata di uomini armati e di
mezzi militari che non avevano nulla di popolare e costituivano anzi un
corpo separato, in netta contrapposizione con lo spirito della
democrazia?