Bersani e la barca che affonda
Dal voto a oggi abbiamo
sentito e visto molto, soprattutto abbiamo osservato come le forze
politiche non abbiano ancora una volta compreso ciò che sta
avvenendo nel paese, compresi i rappresentanti del movimento cinque
stelle. Nell'attendere le decisioni del Capo dello Stato è opportuno
però sottolineare un elemento preciso, da molti osservatori e
giornalisti evidenziato: in un altro paese avremmo avuto un governo
di grande coalizione, di larghe intese. In Italia, a meno di bruschi
risvegli di queste ore, ciò non è e non sarà possibile,
soprattutto per il fermo rifiuto del PD di trovare accordi con il
PDL. Dietro questa posizione vi è la paura di perdere ancora voti,
vi è anche un'idea di "correttezza e moralità" da tenere
in alto come un trofeo e sbandierare contro Berlusconi, vi è il
tentativo di ribadire che la sinistra è altra cosa dalla destra –
chiaramente ben altro dalla destra di Berlusconi. E in questo portare
in alto un trofeo che i cittadini, come è emerso dal voto e dai
sondaggi di queste settimane, non riconoscono al PD si agita e si
muove l'azione di Bersani. Ma nonostante ciò, il PD è egualmente
responsabile dello stato in cui versa il paese, è responsabile per
omissione, per incapacità di ascolto, per una certa supponenza della
sua classe dirigente. Quindi il PD oggi dovrebbe assumersi la
responsabilità di un governo di grande coalizione con il PDL e
accettare l'eventuale sconfitta alle future elezioni politiche.
Dovrebbe accettare di far parte di un governo chiamato a realizzare
pochi punti, ma tutti fondamentali a partire dalla riforma della
legge elettorale.